martedì 21 agosto 2018

Quintiliano, Institutio oratoria (II, 4-7)

"A scuola, dunque, prima di ogni cosa, il maestro assuma nei confronti dei suoi alunni l'atteggiamento di un padre e si convinca di questo: egli prende il posto di quelli che gli hanno affidato i figli [...].
Egli non deve avere vizi né deve tollerare che li abbiano gli altri. Il suo rigore non si mostri duro, la sua giovialita' non appaia sguaiata in modo che non si attiri da un lato antipatia e dall'altro disistima [...]. Non si lasci vincere dall'ira, sia semplice nel momento della spiegazione, sempre concentrato, costante ma non esagerato. Risponda volentieri a chi gli pone delle domande, sia  lui stesso ad invogliare quelli che non ne pongono [...]. Quando si trova a correggere gli alunni che sbagliano non si rivolga loro in maniera brusca e sia il meno possibile offensivo; il fatto che alcuni maestri rimproverano i ragazzi come se li avesse in odio, fa passare a molti la voglia di studiare".